Ubs, la più grande e importante banca di tutta la Svizzera, ha deciso di abbandonare progressivamente l’Euribor (Euro Interbank Offered Rate), tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee. L’esodo si ingigantisce, in quanto l’istituto di credito elvetico è soltanto l’ultimo ad adottare una misura simile dopo Citigroup e Rabobank, in seguito al grave scandalo di qualche mese fa. Ubs non vuole più essere coinvolta in queste contrattazioni, puntando maggiormente sul franco svizzero e il dollaro americano, un altro schiaffo in faccia all’euro come moneta.
Ubs, il big svizzero del credito, ha chiuso il primo trimestre dell’anno con utili pari a 688,2 milioni di euro, nettamente inferiori alle stime dei principali analisti di mercato, che invece attendevano un risultato netto del conto economico di periodo intorno ai 900 milioni di euro. Un risultato, pertanto, fortemente deludente, che rischia di accentuare i malumori degli azionisti nei confronti del management della prima banca elvetica.
Ubs, il più importante istituto di credito svizzero, ha dichiarato di aver scelto di abbattere i compensi variabili dei propri manager di circa 40 punti percentuali. Una contrazione dei bonus giustificata dal calo della redditività della banca, e che garantirà ai manager dell’azienda circa 2,6 miliardi di franchi svizzeri (circa 2,1 miliardi di euro).
Credit Suisse ha registrato nel quarto trimestre 2011 una perdita netta di 637 milioni di franchi dopo essersi accollata quasi 1 miliardo di franchi svizzeri (1,07 miliardi di dollari) di oneri per accelerare il taglio dei costi e sbarazzarsi delle attività rischiose, al fine di soddisfare le più rigide normative sul capitale.