Sebbene sia stata approvata all’unanimità da parte dell’azienda la nomina di Amos Genish come nuovo ceo, Telecom Italia continua ad essere sotto tono a Piazza Affari: e questo accade nonostante le importanti deleghe date al manager. La colpa, in qualche modo, ancora di Vivendi.
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Telecom Italia ed il golden power secondo Calenda
Telecom Italia ha deciso di presentare ricorso contro la Consob in merito alla valutazione su Vivendi e la sua presenza nella società e contestualmente, il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, proprio partendo da tale decisione, discute dell’uso del golden power sull’azienda.
L’ascesa di Vivendi in Telecom
Vivendi ha proposto di nominare nel consiglio del gruppo italiano il proprio amministratore Arnaud de Puyfontaine, il chief operating officer Stephane Roussel, il direttore finanziario Hervè Philippe e l’indipendente Felicité Herzog, ex responsabile sviluppo di Areva, la società del nucleare francese. Insomma, quattro carichi da 90.
Utili oltre le stime per Vivendi
Vivendi ha chiuso il primo trimestre dell’anno con utili che hanno superato le stime dei principali analisti di mercato. Il merito sembra essere interamente riconducibile ai risultati conseguiti dalla divisione musicale, e da altri business caratteristici della compagine francese, che hanno permesso alla società di navigare in maniera piuttosto positiva in un mare sempre più ricco di concorrenti agguerriti, e pronti a sottrarre importanti quote di mercato all’azienda transalpina.
Vivendi ha così dichiarato di aver chiuso la prima parte dell’anno con profitti netti pari a 823 milioni di euro, contro una stima degli analisti pari a circa 765 milioni di euro. I ricavi da vendite e da prestazioni sono cresciuti di 0,9 punti percentuali a 7,1 miliardi di euro, con una performance anch’essa superiore alla maggior parte delle previsioni da parte degli analisti, e spinta al rialzo dai ricavi di Universal Music Group e della divisione brasiliana GVT.
Citigroup vende EMI a Vivendi e Sony
Citigroup ha concluso un accordo che la porterà a vendere EMI Group – operatore tra i leader mondiali nel settore della musica – ad una cifra che si avvicina ai 4,1 miliardi di dollari. A comprare la società. Gli acquirenti di EMI saranno Vivendi, attraverso la Universal Music Group, e la Sony, che guida un altro gruppo di compratori, di cui fa parte anche il miliardario David Geffen.
La EMI verrà pertanto scissa in due componenti: il primo, che andrà a ricondursi all’interno del recinto di competenza della UMG di Vivendi, riguarderà i soli prodotti discografici, e verrà acquistato ad una cifra di circa 1,2 miliardi di sterline; il secondo, che invece sarà ricondotto nella galassia di acquirenti guidata da Sony, prevede la compravendita della divisione relativa alle attività di publishing, per 2,2 miliardi di dollari.