Il nome Lehman Brothers fa sempre meno paura ai risparmiatori italiani. In effetti, l’associazione Confconsumatori ha ottenuto un risarcimento importante in questo senso, vale a dire più di ottantamila euro, a causa del giudizio errato di rating che è stato fornito dalle banche agli acquirenti di questi titoli tossici quattro anni fa. La pronuncia favorevole è stata perfezionata dal Tribunale Civile di Brescia per la precisione. Di conseguenza, si attendono ora altri rimborsi simili, con i risparmiatori traditi. In effetti, l’avvocato della stessa associazione dei consumatori ha spiegato come tutti coloro che hanno acquisito nel corso del 2008 i bond della società americana poi finita in bancarotta (la causa scatenante della grave crisi economica) e che sono stati informati erroneamente potranno sperare.
Confconsumatori
Webank risarcirà un cliente per una frode informatica
Un risarcimento che al tempo stesso conferma un difficile momento: sulla Banca Popolare di Milano si sono concentrate moltissime critiche per via della pessima e ambigua gestione da parte dell’ex presidente Massimo Ponzellini. Oltre ai tristemente celebri bond Convertendo che hanno mietuto più di una vittima tra i risparmiatori, ora l’istituto di credito lombardo deve fare i conti con il risarcimento che Webank, il gruppo online che fa parte proprio della galassia Bpm, dovrà garantire a un associato della Confconsumatori di Roma. Il motivo è presto detto. In effetti, il soggetto in questione si è accorto di come una somma di denaro sia stata trafugata direttamente dal suo conto corrente a causa di una frode informatica.
Risarciti due risparmiatori per i titoli Finmek
Una nuova vittoria per i risparmiatori truffati: i successi di questo tipo, quando si verificano veri e propri “tradimenti” finanziari per la precisione, non sono poi così frequenti, dunque vale la pena porre il giusto accento. Le sentenze che danno ragione ai consumatori stanno però crescendo di numero e questo è certamente un dato incoraggiante. Spesso, infatti, dei cittadini investono tutto il loro denaro in degli strumenti e dei prodotti finanziari che non sono assolutamente adeguati al loro profilo di rischio e all’orizzonte scelto; la responsabilità è però tutta degli istituti di credito o degli intermediari che forniscono loro questi stessi prodotti, senza informarli nella maniera giusta e corretta.
Banco di Desio condannato per un derivato swap
I derivati possono cominciare a fare meno paura: il Tribunale di Monza, infatti, ha annullato un contratto swap di questo tipo e ha allo stesso tempo condannato l’istituto di credito che è rimasto coinvolto nella sottoscrizione, vale a dire il Banco di Desio. La sanzione inflitta consiste nel risarcimento alla società che ha investito di una somma pari a cinquantamila euro, vale a dire le perdite complessive che sono state realizzate, oltre agli oneri addebitati nel conto. La sentenza è stata molto chiara da questo punto di vista, ricordando come la cessione di un simile contratto a un cliente come prodotto finanziario e con lo scopo di garantire la copertura dai rischi relativi ai tassi di interessi può essere considerato nullo per difetto di causa.
Anche a Parma una sentenza incoraggiante sui contratti 4 You
Con il termine piuttosto accattivante di “4 You” si intendono di solito quei contratti o piani finanziari che sono stati ritirati da tempo dal mercato, ma che allo stesso tempo vengono sottoscritti da cittadini ignari dei rischi a cui stanno andando incontro: molti tribunali del nostro paese si sono espressi su questa fattispecie, l’ultimo in ordine temporale è stato quello di Parma. Che cosa si è deciso nello specifico?
Arbitro Bancario Finanziario: l’utente ha ragione in caso di phishing
Il phishing è un fenomeno più diffuso di quanto si pensi: si tratta, infatti, della truffa informatica che consiste nel convincere la vittima a fornire dei dati e delle informazioni sensibili. Tale caso è più che mai evidente quando si ha a che fare con l’home banking. I clienti degli istituti di credito devono essere attenti come non mai quando vanno a utilizzare i codici di accesso, ma c’è anche un’altra realtà di cui bisogna tenere conto, vale a dire la presenza di strumenti e mezzi che consentano agli utenti stessi di non trovarsi di fronte a situazioni così spiacevoli. Per fortuna, l’Arbitro Bancario Finanziario ha preso la sua decisione nel pieno rispetto della tutela del consumatore.
Una nuova sentenza incoraggiante sui bond Parmalat
Il caso dei bond Parmalat è una ferita ancora aperta e sanguinante, nonostante siano passati dieci anni, ma quando si apprendono determinate notizie, non può che tornare sul volto un accenno di sorriso: il Tribunale di Parma ha infatti emesso una sentenza favorevole nei confronti di due associati della Confconsumatori, i quali potranno beneficiare di un importante diritto al risarcimento, grazie alla preziosa opera dell’associazione appena menzionata. I fatti sono presto detti. I due soggetti coinvolti nel crack dell’azienda di Collecchio avevano provveduto ad acquistare verso la fine del 2002 delle obbligazioni societarie per una cifra totale di 23mila euro. La giurisprudenza recente si sta finalmente spostando nella giusta direzione e il tribunale emiliano non ha potuto che uniformarsi in tal senso.